1949-'50: Fulvio...rivoluzionario
Ancora venti squadre, dall'il settembre '49 al 28 maggio 1950. Juventus
campione p. 62; Milan 57, Internazionale 49, Lazio 46 Roma 17ma con 31 punti
affiancata al Novara.
Squadra titolare: Risorti, Andreoli, Maestrelli, Spartano, Tre Re, Venturi,
Merlin, Zecca, Tontodonati, Arangelovic, Pesaola. Riserve: Albani, Lucchesi,
Bassi. Allenatore: Bernardini, poi Brunella.
Partite vinte 12, pareggiate 7, perdute 19. Gol segnati 52, incassati 70.
Capocannoniere: Arangelovic, gol 11.
Il Grande Torino era tragicamente scomparso in maggio. Riemergeva la Juventus
forse sollevata, pur dolorosamente, dal complesso della rivale concittadina
che appariva inafferrabile. Notevole l'inatteso balzo in avanti della Lazio.
Invano si attesero le faville giallorosse. Il nuovo corso non faceva miracoli.
Col presidente che faceva molto sul serio il senatore, la salvezza dalla retrocessione
fu di nuovo il motivo conduttore. In pratica si soffrì fino all'ultimo
giorno. Le ultime due partite,
Roma-Novara 2-1 e Milan-Roma 6-2 furono vissute in un alone di sospetti che
nella stessa Roma divisero i tifosi aspramente. A tanti anni di distanza una
parentesi del genere non merita di essere riaperta. Il lO maggio .1950, a
tre sole giornate dal termine, il ritiro di Bernardini si impose come una
delle mosse spesso ingiuste e inutili che sono divenute d'obbligo in situazioni
disperate. Fulvio, la gloria capitolina che pochi mesi prima era stato accolto
con fiaccolate di gioia, lasciò il ritiro di Fregene e tornò
a vita privata. Non fu d'altronde per lui l'ultima volta, nemo propheta. A
Brunella il compito di finire alla meno peggio il torneo. Un campionato che
ebbe un solo effetto utile: indusse Renato Sacerdoti a rimboccarsi le maniche.
Tratto dal libro AS Roma da Testaccio all'Olimpico (libro edito nel 1977)
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